FontanaArte: quasi un secolo di storia

Carta d’identità

  • Nome: FontanaArte
  • Anno di nascita: 1932
  • Cittadinanza: italiana
  • Indirizzo di residenza: Corsico – Milano
  • Domicilio: internazionale
  • Indirizzo virtuale: www.fontanaarte.it
  • Il papà: Giò Ponti
  • Produzione: lampade, complementi d’arredo, oggetti per la casa
  • Mission: unire il design e il vetro in soluzioni esclusive
  • Per chi: per la casa; per gli aeroporti; per le banche; per le navi; per le biblioteche; per bar e caffè: per chiese; per circoli sportivi; per edifici storici; per musei e gallerie; per ospedali; per ristoranti; per fiere e saloni
  • Metodo di realizzazione: collaborazione con grandi nomi del design e impiego di materie prime scelte
  • Identità nazionale: una delle realtà più autorevoli nel campo dell’illuminazione e della lavorazione del vetro in Italia
  • Identità internazionale: presente in tutto il mondo, con uno show room a Los Angeles e sedi ad Atlanta e Shanghai

La storia di FontanaArte: dal vetro alla luce

È stato un nome molto noto nel panorama del design nazionale ad avere l’intuizione giusta per fondare FontanaArte: Giò Ponti infatti, nel 1932, la costituì all’interno della società Luigi Fontana, come divisione artistica della stessa. La società Luigi Fontana era specializzata nella lavorazione del vetro; ma nessuno come Giò Ponti sapeva realizzare vetrate artistiche così particolari: i suoi lavori sono ancora le finestre di molte chiese importanti, tra cui la cattedrale di Brasilia e il Duomo di Milano. Fu negli anni di queste realizzazioni che Giò Ponti si rese conto delle infinite possibilità che poteva offrire il vetro come materiale d’arredo e proprio per questo, iniziò a progettare e a fabbricare oggetti, mobili e lampade per la casa, dove il vetro rivestiva un ruolo primario.

In breve fu costituita un’intera collezione di manufatti per la casa, pronti da vendere e da utilizzare nella realizzazione di case importanti, affidate proprio a Giò Ponti. Crebbe dunque il prestigio di FontanaArte, delle sue lampade e dei suoi oggetti, nonché dei suoi proteggettisti, tra cui c’era non solo Giò Ponti, ma anche Pietro Chiesa, un architetto chiamato dallo stesso Giò.

Negli anni ’60-’70 avvenne una svolta nella storia di FontanaArte, purtroppo negativa: la Luigi Fontana venne acquisita da un grande Gruppo Internazionale e insieme con essa venne inglobata nel Gruppo anche la FontanaArte.

Le scelte imposte da questo Gruppo si rivelarono ben presto profondamente sbagliate e assolutamente non in linea con il pensiero che aveva fino a quel momento mosso le redini della produzione FontanaArte: incarichi affidati a progettisti sconosciuti e impiego di materiali scadenti nella produzione, furono soltanto alcune di quelle scelte errate.

L’infausta situazione continuò fino al 1979, rischiando seriamente di compromettere il nome e il connubio che fino ad allora aveva elevato FontanaArte a marchio di prestigio, quello fra design e vetro. Nel 1979 però, fortunatamente, FontanaArte fu acquistata da un gruppo di privati, tra questi Carlo Guglielmi.

Fu lui a comprendere che rimettere in sesto quel binomio fra design e vetro sarebbe stata la scelta strategica più giusta e insieme vincente per rilanciare la FontanaArte: un gruppo di grandi nomi dell’architettura venne istituito per la consulenza e la progettazione degli oggetti e dei complementi in vetro.

L’art director dell’azienda divenne così Gae Aulenti, mentre Pierluigi Cerri divenne il responsabile dell’immagine che la società doveva dare di sé al mercato e ai consumatori, Piero Castiglioni fu il nuovo consulente illuminotecnica; Franco Raggi e Daniela Puppa iniziarono a seguire le mostre, gli allestimenti, le manifestazioni del settore. Vennero progettati e realizzati due show room per la presentazione delle collezioni complete al pubblico, uno nel centro di Milano e l’altro a Los Angeles, la futura sede di FontanaArte USA.

Inoltre altri grandi nomi del design vennero consultati per i progetti, liberi di lavorare soltanto sotto dettatura della loro creatività e non per necessità commerciali: FontanaArte voleva e vuole essere prima di tutto un laboratorio di idee originali, soltanto dopo realtà commerciale e produttiva.

Nel 1993 FontanaArte acquista Candle e la trasforma in una divisone dell’azienda impegnata nella progettazione e realizzazione di illuminazione più giovanile, al passo col gusto e i tempi, foriera di nuovi materiali e nuove tecniche e commercializzata a prezzi più contenuti rispetto ai fratelli maggiori di FontanaArte. Proprio i progetti di Candle vengono quindi affidati a nuovi nomi del design, giovani menti laboriose e fervide.

Nello stesso anno viene creata Schopenhauer, la divisione che in futuro prenderà il nome di FontanaArte Arredo, e che si occupa della creazione di complementi d’arredo che si adattino per funzione e design alle illuminazioni delle collezioni FontanaArte.

Nel 1996 FontanaArte acquista un’altra società: Naskaloris, specializzata nella produzione di lampade da ufficio; FontanaArte si lancia quindi anche in questo nuovo settore.

Sempre nel 1996, la Divisione Tecnica viene creata ad hoc per incorporare le soluzioni tecniche di tutta la produzione. Nel 1997 viene finalmente inaugurato lo show room nel centro di Milano. Nello stesso anno Carlo Guglielmi da amministratore delegato unico della società diviene art director delle linee che producono luci. Nel 1998 nasce invece la Divisione denominata “Gli Oggetti Fontana Arte”, caratterizzata dalla produzione di oggetti sia decorativi che funzionali per la casa.

Oggi FontanaArte continua a produrre luce e oggetti non solo per la casa, ma anche per realtà come ristoranti, navi, ospedali, chiese, biblioteche, negozi. Non solo in Italia, ma anche in tutto il mondo, con particolare attenzione agli Stati Uniti e al loro mercato.

La filosofia di FontanaArte

Fin da quando Giò Ponti l’ha fondata e da quando nel 1979 l’azienda ha riscoperto i suoi valori, gli intenti di FontanaArte sono stati ben precisi: coniugare l’arte con la produzione di oggetti, il design con i materiali migliori, tra cui il principale è il vetro; FontanaArte ha sempre ambito ad essere prima un laboratorio di progetti, idee, proposte innovative e sensazionali, sia per l’aspetto che per la funzionalità, e soltanto dopo una realtà commerciale.

Per questo FontanaArte ha scelto di collaborare con i più importanti nomi del design nazionale e internazionale e di farli lavorare senza vincoli dettati dalle regole commerciali, ma soltanto con in testa i loro principi creativi.

I designer di FontanaArte

I designer e i progettisti che durante la storia dell’azienda e ancora oggi hanno collaborato e collaborano alla creazione di oggetti unici fortemente legati al vetro, sono numerosi, importanti e famosi in Italia e nel mondo. Eccone alcuni:

Gae Aulenti

Piero Castiglioni

Pierluigi Cerri

Peter Christian

Riccardo Giovanetti

Steven Holl

Max Ingrand

Studio Beretta

Giovanni Albera

Dante Bonuccelli

Livio Castiglioni

David Chipperfield

Harry & Camila

Marco Acerbis

Sergio Asti

Luisa Calvi

Vico Magistretti

Matteo Thun

Alberto Zecchini

Daniela Puppa

Renzo Piano

Marco Mascetti

Maurizio Quargnale

Alvaro Siza

Paolo Uilan

Marco Zanuso

Michele MEnescardi

Alessandro Perdetti

Denis Santachiara

Ettore Sottsass

Marco Merendi

Franco Raggi

Voon Wong

Matteo Nunziati

Roberto Righetti

Le certificazioni di FontanaArte

Le certificazioni rendono un’azienda affidabile agli occhi dei consumatori e del mercato in generale. Possedere delle certificazioni significa per una società produttrice attestare ufficialmente la rispondenza alle norme stabilite da standard internazionali e da organizzazioni internazionali.

FontanaArte ha ricevuto un’importante certificazione, la UNI EN ISO 9001:2000: tale documento dichiara che ogni fase del processo produttivo di FontanaArte è garantita e sicura, verificata da controlli e test; dall’ideazione alla produzione alla distribuzione al cliente, FontaArte è quindi un’azienda affidabile e sicura.

Tutti i prodotti FontanaArte sono poi contraddistinti da classi di protezione e marchi che risultano segnalati su cataloghi, garanzie e listini. Infine ogni prodotto FontanaArte è caratterizzato dal marchio CE, obbligatorio per la Comunità Europea: esso attesta il rispetto delle norme sulla sicurezza elettrica, sulla sicurezza termica e sulla sicurezza meccanica di ogni apparecchio prodotto e venduto da FontanaArte.

I premi vinti da FontanaArte

A testimonianza della creazione di oggetti dal design esclusivo e dalla funzionalità comprovata, ci sono i numerosi premi vinti dall’azienda. Nel 1998 FontanaArte vince il prestigioso premio Compasso d’Oro alla carriera. Nel 2000 la lampada Teodolonda e il tavolo di Gae Aulenti vengono selezionati per il Moebel Interior Design.

Nel 2001 la lampada Flute viene selezionata per il Premio Compasso d’Oro e vince il Diploma VI prix d’excellence di Marie Claire – La Casa. Nel 2002 lo stesso premio viene consegnato da Marie Claire alla lampada Amelie. Nel 2004 le lampade Loop e Neo vengono selezionate per il Premio Compasso d’Oro. Nel 2006 le lampade Aurea e Vertigo vengono nuovamente selezionate per il Premio Compasso d’Oro. Nel 2007 Vertigo viene eletto il miglior prodotto dell’anno dai lettori di Interior Design della Cina.

Le associazioni a cui è iscritta FontanaArte

A testimonianza dell’impegno di FontanaArte nella creazione della cultura del Design, la società è iscritta a numerose associazioni legate al mondo del design e dell’imprenditoria per l’arredo:

  • ADI, l’associazione per il disegno industriale che consegna ogni anno i premi Compasso d’Oro
  • Altagamma, associazione di imprese
  • Assarredo, associazione di imprese produttrici di arredi
  • Assolombarda, associazione di imprese milanesi
  • Assoluce, associazione di imprese produttrici di illuminazione
  • Indicam, associazione per la lotta contro la contraffazione

I prodotti di FontanaArte

Le linee prodotte da FontanaArte comprendono quindi molti oggetti per la casa.

Le categorie di produzione sono:

  • la luce, con lampade e soluzioni illuminotecniche
  • l’arredo, con complementi d’arredo in cui il vetro è protagonista: appendiabiti, tavoli, consolle, tavolini, librerie
  • gli oggetti, di uso comune e quotidiano in una casa, come i vasi o i posacenere.

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