Storia del Design industriale: Pio manzù

Nasce a Milano nel 1939, figlio del grande scultore Giacomo Manzù.
Conseguita la maturità classica, nel 1959, inizia gli studi di industrial design alla Hochschule für Gestaltung di Ulm.
È il primo italiano a laurearsi ad Ulm in Industrial Design alla Hochschule für Gestaltung, con una tesi sul “trattore sicuro”: lo studio di un trattore che tenga conto dell’uomo, delle sue esigenze e della sua sicurezza. Nasce così la centina di protezione, come nelle auto da corsa sopra la testa del pilota. Nel 1962 vince con lamico ‘Conrad il primo premio del Concorso Internazionale “Année Automobile” per il disegno di una vettura che verrà realizzata dalla Carrozzeria Pininfarina ed esposta nei saloni dell’automobile di Londra e Torino. L’anno seguente riceve il premio della sezione culturale dell’Associazione Industriale tedesca per il prototipo di una vettura di media cilindrata: la Coupé Austin Healey 3000. Nel 1965 presenta il design di un’automobile familiare: l’Autonova Fam e due anni più tardi, sempre con Conrad, vince il concorso della municipalità di Amburgo per la progettazione di un autobus urbano.
A partire dal 1967 è consulente alla Fiat, fino ad allora poco permeabile a contributi culturali esterni, che da subito gli da la fiducia necessaria per progettare liberamente e sperimentare. Per la casa automobilistica torinese, realizza il City Taxi e l’Autobianchi Coupé, entrambe esposte al Salone dell’automobile di Torino. In questi anni si dedica anche al design di altri oggetti come il primo orologio a transistor italiano, Cronotime, prodotto dalla Ritz Italora ed esposto al MOMA di New York.

In parallelo continua la sua attività ad Ulm, come assistente, e inizia a collaborare con riviste specializzate (“Form”, “Style Auto”, “4Roads”, “Marcatré”, e a giornali (“Il Corriere della Sera”): tema di base il design automobilistico, sul quale teorizza ma innanzitutto opera.
Nel 1964 progetta, dopo la tesi di laurea su “Design di un trattore di 80 cv”, una vettura Gran Turismo 2 posti per la NSU Werke e, l’anno seguente, una vettura familiare Glas Autonova.

Al design per l’automobile – di cui l’esempio più significativo, messo in produzione, resta la Fiat 127 prima versione e la ricerca più interessante il prototipo di un taxi da città, City Taxi, in collaborazione con il Centro Stile Fiat – Pio Manzù ha affiancato anche interventi di product e industrial design: la lampada Parentesi per Flos, frutto della collaborazione con Achille Castiglioni; il Cronotime per Ritz Italora (prodotto successivamente da Alessi) e il Portaoggetti da scrivania per Kartell.

Nel rigore progettuale di Pio Manzù risiede il superamento della problematica formale e l’apertura verso la problematica ergonomica: il rapporto uomo-macchina e tutte le componenti psico-fisiche ad esso correlate.
Le vetture di Pio Manzù non risolvono solo i requisiti di funzionalità dei propri componenti ma allargano la riflessione alle questioni del traffico, della circolazione, delle quali, secondo Pio Manzù, il designer non può non tenere conto.
In poco tempo e con poche risorse, realizzò molti progetti e si fece conoscere a livello internazionale. Lo si considerava già una promessa del design mondiale a trent’anni non ancora compiuti quando morì tragicamente in un incidente d’auto.
Gli è stato dedicato il Centro di Ricerche sulle strutture ambientali di Verrucchio (Rn), alla cui progettazione aveva collaborato.
Non solo designer, Pio Manzù si è inoltre servito del mezzo fotografico quale strumento di ricerca (a fianco la Parentesi disegnata per Flos assime a Catiglioni  )

 

 

 

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