Illuminazione centrale o diffusa?

Su che base si sceglie l’illuminazione per la propria casa? Ecco qualche consiglio.

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Quando si decide di metter su casa, ci sono una serie di interrogativi da affrontare. Uno dei più importanti riguarda l’illuminazione di interni. In realtà, l’illuminazione presenta una serie di interrogativi, ma quello fondamentale, il vero e proprio punto di partenza è: illuminazione centrale o diffusa?

Partendo dal presupposto che lo scarto tra illuminazione centrale o illuminazione diffusa in termini di consumi è poca cosa oggi, tutto si basa invece sull’aspetto che vogliamo dare alla casa nel suo insieme e nelle singole stanze. Quindi, bando ai grandi dilemmi sullo spreco di energia, che oggi, soprattutto con l’avvento di energie rinnovabili: certi dilemmi hanno senso solo se non si ha un approccio green alla propria casa.

Solitamente, secondo gli stili di arredamento tradizionale, ogni stanza ha la sua funzione e con essa va una determinata scelta in fatto di illuminazione. Perché l’illuminazione artificiale modifica tutto, modifica l’intero assetto di una stanza o di una casa, perché… mette tutti gli elementi in una luce diversa.

Così, per un salotto o un tinello potrebbe andar bene un’illuminazione centrale con lampadari, mentre per una cucina-soggiorno si può ricorrere ai faretti, senza dimenticare le intramontabili applique per corridoi o bagni. Ma naturalmente lo status quo può sempre essere sovvertito, per cui i faretti possono essere utilizzati per un bagno, soprattutto se molto grande, o per un corridoio, e – perché no? – in un soggiorno, magari ricorrendo alla tecnica del cielo appeso.

Non c’è una regola, basta lasciarsi guidare dall’istinto e forse fare anche qualche prova. Perché se si sceglie prima l’arredamento e poi l’illuminazione, l’effetto potrebbe cambiare radicalmente: per questa ragione è sempre meglio partire dall’illuminazione e stare bene attenti all’effetto che fa, a come modifica l’aspetto della stanza, il suo colore, la sua percezione spaziale, la prospettiva.