Oggi è Santa Lucia. Il 13 dicembre è uno dei giorni in cui la luce diurna dura meno e la notte pare riuscire a prender il sopravvento sul giorno. La scoperta dell’energia elettrica e l’adozione di sempre più sofisticati e tecnologici strumenti di illuminazione ci fanno sempre meno render conto dei disagi gravi che un tempo erano provocati dall’assenza di luce artificiale. Le giornate infatti, in questo e nei prossimi dì di dicembre, si apprestano ad accorciarsi. Ciò durerà fino al 21 dicembre, giorno del solstizio d’inverno ed effettivo giorno più breve dell’anno. Oggi non si festeggia quasi più questa giornata: ci si è dimenticati del bene prezioso che è la luce, e del valore fondamentale che hanno avuto e hanno le continue ricerche di sviluppo nel campo dei sistemi di illuminazione. Se non in qualche località come nelle zone cremonesi e nel bergamasco, tale giorno è dato per scontato, e con esso gli strumenti che ci consentono di vivere al meglio questo periodo. Abbiamo dunque deciso di dedicare qualche breve riga sulla storia di una data tanto speciale, che ci ricorda l’importanza della luce e ci fa riflettere sui passi grandi che l’uomo ha fatto e continua a fare in questo campo. Inoltre ci svela qualcosa in più su noi stessi facendoci scoprire i motivi che si nascondo dietro ai comuni detti popolari, parte integrante della nostra storia.
Torniamo alla tradizione. Il nome della Santa è Lucia, il cui significato deriva appunto da “Lux, lucis”, ovvero “Luce” in latino. Una giovane e vergine nobile di Siracusa, volendo preservarsi casta fu uccisa per non aver accettato la proposta matrimoniale del pretendente. Da sempre è rappresentata, nell’iconografia, con in mano un piattino sopra cui si trovano due occhi. Lucia infatti, secondo una leggenda, pur di evitare il matrimonio si era tolta la vista lanciando i suoi occhi ai piedi dell’uomo. Lucia è anche protettrice della vista, in quanto custode dei nostri fondamentali e primissimi strumenti di percezione della luce.
Ma allora perché festeggiarla oggi? Perché porre proprio questa Santa nel giorno in cui meno potrebbe rifulgere il suo nome? Sembrerebbe scorgersi un paradosso…
Ci viene incontro un quadro meraviglioso del Caravaggio: il Seppellimento di Santa Lucia, conservato a Siracusa. Egli la rappresenta nel momento successivo al suo martirio: la Santa è stesa a terra, uccisa con un colpo di spada alla gola dopo che, su richiesta del Prefetto di Roma, i suoi carnefici avevano tentato invano di bruciarla. La scena è immersa nel buio. La attorniano parenti, amici piangenti, mentre il vescovo porge le mani in segno di benedizione. Davanti al quadro vi sono due becchini che stanno scavandole la fossa. Anche qui, come continua ad accadere ogni 13 dicembre, pare che prevalgano le tenebre alla luce. Eppure vi è una luce che si propaga nel quadro dall’alto a destra, e che colpisce il viso della santa, carica di dignità e candore. Anche il becchino a sinista del dipinto pare accorgersi di questa sorgente, tanto che non guarda a terra dove sta lavorando, ma alza lo sguardo in tale direzione. Dunque la Santa è morta, il giorno è di oscurità, ma le tenebre non prevalgono. A prevalere è infatti ancora una volta la luce della fede. Per questo la tradizione vuole associare questo giorno alla vita della Santa, come segno di certa speranza che pur nella difficoltà e nel dolore della fitta oscurità, a trionfare sia sempre un bene più grande che tutto vince.
Curiosità: è vero o no che il 13 è il giorno più breve dell’anno?
No, questo è un detto popolare nato ben prima della riforma del calendario voluta da papa Gregorio XIII, la quale stabilì le date dell’anno secondo il naturale ciclo delle stagioni, ma fece slittare e produsse profondi sfasamenti tra i fenomeni naturali e i giorni dell’anno a cui tali fenomeni erano stati collegati anticamente.