“Lighting competence” ovvero come illuminare al meglio la propria casa

Dal sito Artemide alcuni preziosi consigli.

Se c’incamminiamo per il non semplice percorso che ci porterà all’illuminazione creativa ma funzionale della nostra casa, dobbiamo iniziare con metodo Una buona regola da rispettare è quella di munirsi di una pianta in scala almeno a 1/50 del proprio appartamento. Una pianta però, non è completa se riporta solo le dimensioni e lo sviluppo dei pavimenti, deve comprendere anche informazioni come: la posizione dei punti luce, la tipologia dei muri, portanti o semplici tavolati, la posizione di pilastri, canne fumarie, asole e tubature, la posizione e l’ingombro dei vari mobili e suppellettili con allegata una descrizione delle caratteristiche superficiali come colore e brillantezza, informazioni su tutti gli altri oggetti dell’arredo comprese le piante, i tendaggi, i tappeti. La pianta deve riportare le altezze dei locali e dei vari mobili, se non si dispone di sezioni e dei prospetti delle zone più importanti.

Avendo a disposizione la rappresentazione architettonica completa della nostra abitazione, procediamo: – Individuando con una matita colorata le aree orizzontali (per esempio i pavimenti) o verticali come le librerie, i quadri, i mobili che vorremmo illuminare o evidenziare. – Definendo le direzioni da cui pensiamo sia meglio che provenga la luce. Questo è un primo passo per una valutazione di massima del numero e del tipo degli apparecchi illuminanti necessari. Apparirà subito evidente che l’illuminazione ottimale si ottiene con un apparecchio specifico per ogni compito visivo. Per esempio per il soggiorno si vedrà che come minimo è necessario utilizzare un’illuminazione generale, una per il tavolo da pranzo e una per la lettura. A queste si possono poi aggiungere altre illuminazioni create appositamente per realizzare atmosfere diverse: per ascoltare della musica, per conversare tra amici, per una cena d’effetto, per vedere delle diapositive o la TV e altre ancora. In pratica le condizioni che si possono creare in un ambiente domestico sono quasi illimitate e, volendo, si possono realizzare, non per illuminare qualcosa o qualcuno, ma solo per creare degli effetti.

Come nella scenografia teatrale, la luce può essere utilizzata anche per decorare tutte le pareti dal pavimento al soffitto. I raggi di luce possono essere ordinati e indirizzati per esempio su una parete altrimenti spoglia decorandola con macchie di luce a forma triangolare o di cerchio ed ellisse. Alcuni apparecchi dotati di filtri di diverso tipo, permettono di proiettare i disegni più strani e colorati. Sono anche disponibili lampade che consentono di ottenere particolari giochi di luce (dicroiche, colorate ect.).

  Ora abbiamo davanti una pianta, e delle sezioni, con tanti cerchi o ellissi segnate a matita. Si tratta di rendere concreti questi effetti scegliendo l’apparecchio più opportuno. Confrontando piante e sezioni possiamo calcolare l’ampiezza dei coni di luce che si devono realizzare. Per esempio, se il tavolo da pranzo ha un diametro di 2 m e la sorgente è sistemata sopra al tavolo a circa 1,8 m di distanza, l’apparecchio d’illuminazione deve avere un’emissione di circa 2×30°. Se utilizziamo dei proiettori, l’area illuminata si amplia man mano che la distanza tra oggetto da illuminare e l’apparecchio illuminante cresce. Naturalmente per ottenere un cerchio di luce di 2 m di diametro si possono utilizzare anche diversi faretti che insieme coprano quell’area, anzi utilizzando più punti luce si possono illuminare anche superfici quadrate o irregolari. Si può anche usare l’intero locale e le superfici che lo compongono come parti di un gigantesco apparecchio illuminante, realizzando l’illuminazione indiretta, cioè facendo riflettere i raggi luminosi da pareti e soffitti, conferendo così al locale intero un’atmosfera più luminosa. Infatti, illuminando solo con luce diretta si può avere “l’effetto caverna”, cioè la luce c’è dove serve ma il resto del locale e in particolare il soffitto sono in ombra. In pratica si ha l’effetto che si vede in una caverna illuminata dai raggi di sole, si hanno zone fortemente illuminate e zone profondamente buie, quindi forti contrasti luce/ombra (effetti otticamente drammatici). Per ovviare a ciò si ricorre all’impiego di apparecchi molto diffondenti che facendo rimbalzare la luce su tutte le superfici, rendono il locale e quanto in esso, molto luminoso.

Leave a Reply